In foto vediamo tutto ciò che resta dell’antica Basilica di Nettuno, situata proprio a ridosso del Pantheon e voluta anch’essa da Agrippa (genero, amico e fiero generale di Augusto). Queste testimonianze architettoniche e decorative, così belle nei loro dettagli, testimoniano quanto facile sia entrare in contatto con la città antica. Da guida turistica locale non posso che apprezzare tutto ciò, invitando anche voi a fare più caso a ciò che vedete camminando per Roma, anche se siete a ridosso di fantastici e famosi monumenti come il Pantheon.
Comunque sia sin dal 33 a.C. Agrippa, in veste di edile, cominciò a dare un nuovo volto a Roma costruendo edifici o restaurando templi, porti e cloache. Il tutto utilizzando i soldi derivanti dalle campagne belliche di Ottaviano/Augusto, con l’unico scopo di aiutare la propaganda politica di colui che diventerà primo imperatore di Roma. Leggendo le parole di Cassio Dione capiamo benissimo come Augusto, princeps dell'Urbe, dovette molto ad un uomo che, a tutti gli effetti, dedicò la propria vita al suo amico. Cassio Dione scrisse, alla morte di Agrippa, "E così morì Agrippa, che si era distinto come il più nobile dei suoi contemporanei e che aveva beneficiato dell'amicizia di Ottaviano, guardando al maggior vantaggio possibile per il suo princeps e per la res publica". Perché proprio una basilica dedicata a Nettuno? Perché Agrippa fu determinante (con le sue strategie, il suo carisma e le sue nuove tecniche belliche) per le vittorie di Ottaviano soprattutto in mare, in occasioni di battaglie navali. Nel 36 a.C. sconfisse la flotta di Sesto Pompeo (figlio di Pompeo Magno), che per anni aveva imperversato attorno alle acque siciliane come un vero e proprio pirata (sebbene con questo termine gli antichi romani potevano indicare semplici predoni, bande di sbandati o veri e propri eserciti organizzati che si dedicavano alle razzie, come nel nostro caso), quasi gettando Roma nella fame più acuta bloccando l’afflusso di grano dalla Sicilia. Oppure come non citare la celebre Battaglia di Azio del 31 a.C., quando ancora una volta Agrippa, sempre in veste di comandante della flotta, sconfisse in mare le forze navali di Cleopatra e Marco Antonio (entrambi però riuscirono a fuggire). Grazie a tutte queste vittorie sulle acque del Mar Mediterraneo Agrippa ebbe anche l'onore di ricevere la corona navale la quale, a detta ad esempio di Seneca, era "la più alta delle onorificenze militari". Si capisce quindi la stretta relazione tra Agrippa ed il Dio del Mare...
Doveroso ricordare come ciò che possiamo vedere oggi, e lo stesso discorso vale per il Pantheon, in realtà è il risultato di una profonda restaurazione perpetrata da Adriano circa 150 anni dopo la fondazione della basilica. Un edificio originariamente del I secolo a.C. che però, soprattutto a causa di vasti incendi, fu ridotto quasi in rovina. In questo caso pare che fu l'incendio dell'80 d.C., che colpì l'Urbe quando l'imperatore era Tito, a provocare gravi danni alla basilica. E' anche interessante notare come la struttura in laterizio e la conformazione architettonica della basilica, conosciute inoltre grazie agli studi ed ai disegni del Palladio, ricordano più gli edifici dell'età tardo imperiale (IV secolo d.C.), che quelli dell'età adrianea. Fatto sta che l'antica basilica aveva una pianta rettangolare, avente due grandi absidi sui lati corti. E oggi vediamo una delle nicchie del lato corto e, soprattutto, bellissimi e raffinati fregi marmorei che corrono per una porzione di muro vicino al capitello corinzio. Se aguzzate la viste noterete mostri marini fiancheggianti un tridente, potente arma di Nettuno. Quando i dettagli sanno raccontare molte cose...