Sappiamo bene come le cosiddette Stanze di Raffaello, ai Musei Vaticani, sono così pieni di meraviglie pittoriche, dovute soprattutto al geniale maestro di Urbino e alla sua cerchia, che è davvero complicato doverne sceglierne una. Ogni parete delle stanze ha una storia da raccontare, come in questo caso, ma oggi mi vorrei soffermare su un affresco in particolare, spesso distrattamente visto, considerando che, nella stessa sala, trova spazio la celebre Scuola di Atene. Ecco a voi, dunque, curiosità e non solo su un affresco nella Stanza della Segnatura, laddove il pontefice Giulio II volle realizzare la sua biblioteca privata.  Qui abbiamo l'affresco rappresentante alcune Virtù e la Legge. 

La difficoltà che Raffaello si ritrovò ad affrontare fu la presenza della finestra, che in qualche modo spezza la composizione. In alto abbiamo tre virtù. La Fortezza con in mano il ramo di un rovere, simbolo della famiglia di nascita di Giulio II, i Della Rovere. Poi la Temperanza e poi la Prudenza che, ovviamente, si guarda indietro per mezzo di uno specchio (più prudente di così!). Inoltre essendo questo affresco un elogio alla giustizia e al diritto, tanto cari al pontefice, e nell'ambito di un più ampio programma studiato da Raffaello e non solo (vi erano anche eruditi, studiosi e filosofi della corte papale che accompagnavano sempre l'artista) che vedeva questa stanza come la casa ideale per la Sapienza e la conoscenza in ogni campo, Raffaello aggiunse due figure chiave. A sinistra, assiso in un trono e con lo scettro in mano, ecco Giustiniano (l'imperatore che raccolse in toto tutti i precetti del diritto romano contribuendo alla sua regolamentazione e diffusione capillare) mentre a destra vi è il papa Gregorio IX con la splendente tiara dorata, che invece riformò il diritto canonico fino ai tempi di Raffaello. Insomma vi è spazio per una giustizia civile e una divina sotto l'egida di Dio e del pontefice, suo rappresentante in terra. È proprio la figura del pontefice, con questa barba lunga e quell'aria vagamente afflitta e stanca, che più ci colpisce. Raffaello, infatti, per rappresentare Gregorio IX non fa altro che ritrarre lo stesso Giulio II. Sembrerebbe un modo per omaggiare il suo mecenate certo, ma allora perché più che un pontefice retto e forte ci troviamo di fronte ad un uomo molto anziano ed in là con gli anni, che sembra non averne più di forze? Proprio Giulio II poi fu sempre dipinto dai suoi contemporanei, nemici ed amici, come un uomo energico e risoluto, capace anche di guidare le sue truppe in battaglia, un uomo anche volitivo e che si faceva rispettare. In realtà Giulio II volle proprio farsi ritrarre così! Siamo nel 1509 e dopo numerose vittorie arrivate in campo diplomatico, ma soprattutto militare, Giulio II deve soccombere contro Ferrara. La città si spostò sempre più nella zona d'influenza francese, ma quella volta il papa non poté fare nulla. Anzi, oltre alla sconfitta arrivò anche la beffa e gli sbeffeggiamenti, se è vero che anche Bologna si ribellò al potete papale, tanto da distruggere un statua bronzea rappresentante Giulio II (e realizzata da Michelangelo) e a fonderla per regalarla al duca Alfonso d'Este di Ferrara, che ne fece un cannone chiamandola "La Giulia". Da quel momento Giulio II cambiò strategia, si fece crescere la barba affermando che mai se la sarebbe tagliata fino alla sconfitta dei francesi sul suolo italico. E così il pontefice volle farsi rappresentare come una sorta di martire, una stanca vittima che chiede aiuto ai suoi sudditi, che si mette a nudo per sottolineare la crudeltà del nemico. Ottima propaganda certamente!

Questo breve excursus su uno degli affreschi di Raffaello nella Stanza della Segnatura ci riporta, dunque, nella dimensione più consona per l'arte dell'epoca. Rappresentazione di una storia in particolare, quella voluta dal committente seguendo il suo punto di vista, ma anche strumento politico e sociale. In una città storica come Roma è facile cogliere i significati, anche i più superficiali, di opere d'arte di questo tipo. Sicuramente venire qui, nelle Stanze di Raffaello, non è un piacere solo per una guida turistica come me ma, anche, per tutti coloro che amano l'arte e che vogliono conoscerne quanto più possibile. In questo i Musei Vaticani se la cavano benissimo…