Sapete ormai, se frequentate il mio blog, che Villa Farnesina a Roma è uno scrigno di arte, colore e bellezza, un villino cinquecentesco affrescato da artisti quali Baldassarre Peruzzi e, soprattutto, un già maturo Raffaello. Un edificio che, in un certo senso, a distanza di secoli ci fa da modello per tutti gli edifici suburbani del Rinascimento romano e non solo, proprietà private di uomini d’affari, ricchi ed a volte spregiudicati, ma soprattutto amanti del bello e grandi mecenati. Basterebbe questo per fare una visita, soprattutto con una guida turistica come me, ma ora vi darò un motivo in più per andare...
Entrando nella Sala di Galatea, laddove campeggia l'elegante e stupendo affresco di Raffaello raffigurante il momento topico della vita della ninfa Galatea, su una delle lunette di una delle pareti del lato corto noterete questa testa d'uomo realizzata a carboncino. Rifinita, perfetta nelle sue forme nonostante sia appena abbozzata. Autore? Secondo la tradizione nientemeno che Michelangelo! Narra la leggenda che Raffaello, già famoso e molto richiesto per le sue pitture nelle Logge Vaticane e le celebri Stanze da lui affrescate, sempre in Vaticano, usava coprire le sue pitture nel corso della lavorazione, per non svelare a nessuno il suo lavoro. Un vezzo d'artista, che suscitò la curiosità, e forse la gelosia, del burbero Michelangelo, che aveva avuto notizia di un nuovo capolavoro di Raffaello a Villa Chigi (ora Villa Farnesina) quasi pronto ed ultimato. Il genio non si fece scrupoli, e riuscì ad eludere la sorveglianza vestendosi da mercante. Distraendo i custodi con la mercanzia che si era portato dietro, pare che per qualche secondo riuscì a sbirciare dietro i teloni che coprivano gli affreschi di Raffaello. Colpito dalla bravura del giovane urbinate, prese del carbone e, arrampicandosi su dei sostegni, semplicemente a mano libera disegnò questa testa. Qualcosa di unico ed eccezionale, che lasciò tutti stupefatti tranne Raffaello, che comprese che solo un genio, come il suo rivale, avrebbe potuto fare qualcosa di simile, tanto da ordinare che non fosse cancellato.
Un episodio probabilmente inventato di sana pianta, ma che rende Villa Farnesina a Roma ancor più speciale. Se non vi bastassero le ardite prospettive visibili al secondo piano, o la straordinaria Loggia di Amore e Psiche, anche questo apparentemente anonimo disegno a carboncino rende il villino di Roma degno di essere studiato, ammirato e, in un certo senso, amato. Ovviamente ciò che vi ho raccontato è una tradizione, consolidata nel corso dei secoli, che molto probabilmente non rispecchia minimamente la realtà dei fatti. Ma dopotutto è bello, a volte, volare alti con la fantasia…