Il Celio non è solo il palcoscenico naturale in cui ammirare parchi verdi e storici, fantastiche basiliche medioevali o struggenti pitture di epoca romana. Il Celio è, soprattutto, uno dei celeberrimi Sette Colli di Roma, laddove la città arcaica sorse e si sviluppò, per poi divenire la Caput Mundi. Venite con me, guida turistica locale, alla scoperta non solo di un colle, ma anche di un luogo talmente iconico da essere, praticamente, leggendario.

Già Romolo, primo Re di Roma, incluse parte del Celio nel pomerium, il confine cittadino sacro realizzato, secondo la tradizione, da due buoi (uno bianco ed uno nero) che tiravano un aratro. Quella terra smossa da animali altro non era che l’inizio della lunghissima storia di Roma! Quindi, già all’epoca il colle venne preso in considerazione, sebbene nel corso dei secoli rappresentasse per i Romani una sorta di bella periferia, in cui realizzare ville o ammirare la bellezza dei boschi. E’ già, poiché pare che l’antico nome del colle fosse Querquetulanus Mons ossia “Monte delle Querce”. In un territorio ricco di forre, il colle era completamente ricoperto da queste bellissime piante. Immaginate lo spettacolo!

Non solo, poiché ancora oggi alcune piccole sorgenti d’acqua pura riescono ad arrivare sino in superficie. Tra esse, secondo il poeta Giovenale, vi è la famosa Fonte delle Camene, divinità arcaiche che personificavano le fonti e le sorgenti. E proprio in una di loro dimorava la famosa Egeria, ninfa che fece girare la testa a Numa Pompilio, secondo re di Roma! Tra leggende e tradizioni, ecco quella che riguarda il nome stesso del colle. Pare, infatti, che Celio fosse una latinizzazione di Caile Vipinas (latinizzato a sua volta in Celio Vibenna), un generale etrusco che, pare, fece la storia di Roma. Dobbiamo tornare agli albori ed al sesto re della città, Servio Tullio (VII – VI secolo a.C.). Di origini etrusche, fu adottato dal precedente Re, Tarquinio Prisco. Ma secondo un celebre discorso tenuto in Senato dall’Imperatore Claudio, Servio Tullio prese possesso del trono con la forza, aiutato dal suo amico e solidale Celio Vibenna, che si accampò con il suo esercito proprio al…Celio! Di questo discorso abbiamo traccia sia negli Annales di Tacito che in una tavola bronzea ritrovata in Francia. In particolare leggiamo di come Claudio, per convincere il Senato ad essere più aperto nei confronti di chi era nativo della Gallia (da tempo assoggettata a Roma), descrisse come alle origini dell'Urbe l'integrazione dello straniero fosse cosa comune e, anzi, gradita e positiva. L'imperatore Claudio disse, tra le altre cose: "(...) che i nostri autori latini dicono nato [Servio Tullio] dalla schiava Ocresia e che gli autori etruschi descrivono come sodale di Celio Vibenna e compagno di ogni sua avventura. Dopo alterne vicende con i resti delle milizie di Celio lasciò l'Etruria e occupò il colle Celio al quale egli stesso diede il nome, prendendolo da quello del suo capo [Celio Vibenna]". Insomma ecco quale sarebbe l'origine vera di questo colle, secondo una versione riportata addirittura da un imperatore. Come sempre, quando si tratta di Roma, verità e leggenda si mescolano, creando un mix perfetto di storia e mistero. Stesse caratteristiche di altri colli romani, in particolare il celeberrimo Colle Capitolino.