Questo è il ritratto di papa Sisto IV, i cui anni di pontificato segnarono, in molti modi, la storia di Roma. Come per tutte le figure storiche, anche questo pontefice, al secolo Francesco della Rovere, si rese protagonista di atti e decisioni che ai nostri occhi possono sembrare buone o completamente sbagliate. Nonostante questo si può dire che è una fortuna che papa Sisto IV sia vissuto, perché molte delle sue eredità, soprattutto artistiche, sono rimaste sino a noi.
Sisto IV fu eletto papa nel 1471 e riuscì a vincere le elezioni all’interno del Conclave grazie alle azioni di suo nipote Pietro Riario, che non si fece scrupoli nel corrompere o comprare, con prebende e promesse, i voti da vari cardinali. Un vero mercante di voti, verrebbe da dire, sottolineando anche la bravura del Riario nel racimolare quanti più consensi possibile. Dopotutto un Conclave spesso era diviso in più fazioni, influenzate a loro volta da questa o quella famiglia nobile, da questo o quel regno. Nulla di insolito per gli uomini dell’epoca, a prescindere dall’appartenenza al clero. Per una famiglia nobile, inoltre, avere un pontefice tra i propri membri significava detenere il potere assoluto. Prima di diventare papa, però, Francesco della Rovere si era già fatto un nome nell’ambiente teologico e clericale. Entrato a far parte dell’ordine francescano sfiderà apertamente i Domenicani con la sua De Sanguine Christi, in cui anche lui prenderà posizione nella cosiddetta disputa del Sangue di Cristo. Soprattutto i Domenicani pensarono che il sangue del Cristo, toccato terra dopo che il costato fu colpito dal centurione Longino, avesse dei poteri salvifici e taumaturgici. In totale contrapposizione a questa idea ci furono i Francescani, e il Della Rovere difese a spada tratta questa visione. Una data importante per Sisto IV, che da vero uomo umanista amò circondarsi di artisti di vario genere, come un vero mecenate, fu al 1475, data del Giubileo (sarà lui, tra le altre cose, a determinare che Giubileo dovesse essere il nome ufficiale dell’Anno Santo).
In questa occasione Sisto IV si preoccuperò di portare avanti una vera e propria renovatio urbis, ammodernando come non mai la città di Roma. Realizzò ad esempio nuove direttrici viarie, come il famoso Ponte Sisto (quello con l’occhialone) che sarà realizzato partendo da strutture romane preesistenti. Restaurò o fece erigere nuove chiese, come quella di Santa Maria della Pace (clicca qui per maggiori informazioni). Emanò anche leggi con le quali si fissarono alcune regole architettoniche (distanza fissa tra edifici, distruzione di balconi troppo aggettanti sulla strada), rendendo diritte le numerose vie che portavano e portano a Ponte Sant’Angelo, quello utilizzato dai pellegrini per raggiungere la Basilica di San Pietro. Un modo, inoltre, per portare un poco di ordine in cui gli abusi edilizi erano assolutamente comuni, in una città inoltre cresciuta disordinatamente riutilizzando, anche, le monumentali rovine di alcuni edifici di epoca romana. Fu lui poi, nell’ambito di un abbellimento anche artistico, a voler realizzazione la Cappella Sistina, che diventerà forse il più bell’esempio del Rinascimento italiano nel mondo.
Non dimentichiamoci, inoltre, di come il pontefice del ’400 era a tutti gli effetti un monarca, con potere temporale su Roma ma anche su molte altre zone della penisola italica. Tra traballante alleanze e tentativi di sgominare i nemici, Sisto IV si rese protagonista di alcuni atti di politica estera, diciamo così. Anche lui, ad esempio, appoggiò ampiamente la Congiura dei Pazzi che, alla fine degli anni ’70 del ’400, tentò di rovesciare il potere dei Medici su Firenze. Sisto IV fu celebre anche per il suo scandaloso nepotismo, pratica molto diffusa nella Curia dell’epoca, eleggendo al titolo cardinalizio uomini che di virtù ne avevano ben poche. Anche questa è Roma, una città camaleontica che, anche grazie a uomini potenti come Sisto IV, ancora oggi trasuda di bellezze. Comunque sia luci e ombre per un papa che, in un modo o nell’altro, ha lasciato un segno nella storia...