Ecco la facciata della straordinaria Chiesa di Sant’Agnese in Agone, una delle opere più pregevoli di Borromini. Tale meraviglia architettonica non è solo uno dei simboli di Piazza Navona a Roma, ma anche una chiesa maestosa ma allo stesso tempo elegante. Le sue linee curve ed il suo dolce dinamismo sono inconfondibili, ma oltre a ciò della basilica colpisce la storia. Da guida turistica locale ve lo devo dire: visitate, assaporate e gustate la meravigliosa Basilica di Sant'Agnese in Agone di Roma.
Inizialmente, l’idea di realizzare una chiesa che affacci su Piazza Navona venne al papa Innocenzo X Pamphilj, che fece costruire anche l’attiguo palazzo come sede per se stesso e la sua famiglia. Siamo nella metà del ’600. Gli architetti a cui fu affidato il progetto furono Girolamo e Carlo Rainaldi, due parenti che rappresentavano una scuola artistica ancora legata al Rinascimento. Il loro progetto, infatti, prevedeva possenti mura, con poche decorazioni, e con la parte centrale della facciata molto aggettante sulla piazza. Dopo poco, al papa non piacque più questo progetto, tanto che in corsa affidò i lavori a Borromini. Neanche lui, però, vide mai la fine dei lavori, a causa del suo caratteraccio! Era risaputo a Roma che l’architetto aveva un caratterino, tanto che ogni giorno lo si poteva litigare con gli operai, i suoi aiutanti o con i committenti, come accadde in questa occasione. Tant’è che un giorno, di punto in bianco, Borromini lasciò il cantiere per non riprenderlo mai più. In realtà c'è anche da dire che il celebre architetto ticinese era anche molto meticoloso ed attento a tutti i dettagli, un po' come Michelangelo in questo senso. Un uomo straordinario, lodato dai suoi committenti per "l'arte, ingenio et modo", che non si lasciava attrarre dalle sirene della fama.
I lavori furono portati a termine dai Rainaldi, in particolare Carlo, che ormai non potevano più portare pesanti modifiche, visto che i lavori erano in uno stato molto avanzato. Ciò che concepì Borromini è sotto gli occhi di tutti: una facciata concava, realizzata appositamente per far meglio risaltare la straordinaria cupola. E’ anche impressionante come ci si possa quasi far ingannare dalla mole della facciata della chiesa, comunque ingentilita e slanciata anche dalla presenza dei due piccoli campanili. Entrando all’interno, infatti, si rimane quasi di stucco dall’osservare l’intimità della chiesa, dalla pianta ottagonale e dagli spazi che quasi invitano ad alzare gli occhi al cielo, per ammirare lo splendido affresco di Ciro Ferri e del Corbellini raffigurante la Gloria di Sant’Agnese. Questo è un ulteriore esempio, qui a Roma, di uno stile pittorico che prese piede soprattutto nel Seicento, un messaggio deciso e pittorico che ebbe origine dalla Controriforma. Guardando in alto, all'interno della cupola non sembra di avere un muro poiché si ha la netta sensazione, nel vedere le figure, le nubi e la luce, di scorgere direttamente nell'infinito. Un grandioso illusionismo prospettico, una sensazione di rottura architettonica che sembra proiettarci in un'altra dimensione che è tipica del barocco romano. Un tripudio di colori e di corpi in movimento che quasi disorientano ma che affascinano allo stesso tempo, una raffigurazione incentrata tra l'altro sulla figura di un santo che può essere vista in un'altra famosa basilica romana: Sant'Ignazio da Loyola (per leggere l'articolo clicca qui).
Un’altra curiosità sulla Chiesa di Sant'Agnese in Agone di Roma è la seguente: la chiesa aveva un’apertura su un muro interno laterale, che affacciava direttamente sulla camera da letto del pontefice, sito nell’attiguo palazzo. In questo modo, Innocenzo X poteva assistere alle funzioni pubbliche direttamente dal...letto!