Tra i ponti sicuramente più famosi di Roma c’è Ponte Sisto, con il suo caratteristico "occhialone". Una peculiarità del ponte certo, ma anche un modo per monitorare il livello delle acque del fiume. Si suol dire, infatti, qui a Roma che "sò dolori se l’acqua arriva all’occhialone". Un motivo concreto per comprendere quanto Ponte Sisto sia capace di essere presente nella cultura della Città Eterna.
L’attuale nome del ponte deriva da Papa Sisto IV Della Rovere, che cominciò i lavori nel 1473 in previsione del Giubileo del 1475. Da dire anche che questo non fu che uno dei progetti che il pontefice commissionerà per l'evento e, più in generale, per rendere Roma una città più moderna. Questa politica di sviluppo urbanistico verrà definita anche renovatio urbis (per leggere di più su questo Papa e la sua renovatio urbis clicca qui) Qui siamo di fronte ad uno dei casi in cui, dopo millenni, un antico ponte romano torna in vita, poiché Sisto IV non fece altro che ristrutturare profondamente ciò che c’era in precedenza. Proprio qui, infatti, sorgeva una primitiva struttura voluta dall’imperatore Caracalla attorno il 217 d.C. Il suo scopo, più che favorire i commerci, sarebbe stato quello di unire la città a Trastevere, dove l’imperatore aveva dei possedimenti! Come sempre c’è sempre qualche motivazione più personale dietro i grandi edifici di Roma antica...
Nel corso dei secoli poi, come capitato anche agli altri ponti di epoca romana, numerosi furono i restauri ma anche i disastri. Fu così che il ponte, nel 792, crollò a causa di una piena. E subito i Romani si sbizzarrirono con i soprannomi, denominando quella che sarà Ponte Sisto come Pons Ruptus, Pons Fractus o Pons Tremulus. Torniamo ora a Papa Sisto IV che, come faranno anche altri pontefici, in occasione delle posa della prima pietra, accompagnato da vescovi e cardinali, officerà un curioso rituale. Infatti, dopo alcune preghiere e riti vari, poggerà accanto alla prima pietra una borsa piena di monete d’oro con la sua effigie! Un modo per augurare un buon auspicio per la riuscita dell’opera! Infine vorrei citare le due iscrizioni che si trovano lungo i parapetti nei pressi del ponte e che ricordano la committenza sistina, ma in due modo differenti. In una leggiamo "A Sisto IV, pontefice massimo, a beneficio del popolo romano e della moltitudine di pellegrini che arriverà al Giubileo ricostruì dalle fondamenta (...)": un bel modo per celebrare il pontefice e la sua opera architettonica. Nell’altra targa, invece, leggiamo una vera e propria preghiera a beneficio dell’anima del pontefici e dei pellegrini "Tu che passi grazie al beneficio di Sisto IV, chiedi alla divina Provvidenza che ci conservi a lungo e in buona salute questo pontefice ottimo e massimo e che pure tu, che rivolgi questa preghiera, stia bene, chiunque tu sia". Bello vero?