Al museo della Centrale Montemartini di Roma, esempio unico di riutilizzo culturale di un ex stabilimento industriale (come lo era la prima centrale termoelettrica della città, costruita nei primi anni del ’900), troviamo delle sorprese a volte sorprendenti! Leggendo quest'altro articolo ne avrete una panoramica migliore, ma fidatevi semplicemente di ciò che scrivo, da guida turistica locale a Roma e da amante della bellezza: questo museo è unico al mondo, così come il manufatto che sto per descrivervi.
Qui, nella ex sala Caldaie numero 2, ecco spuntare un...treno! Ammodernato e restaurato di recente, questo salone ospita il Treno di Pio IX, Papa protagonista della storia di Roma e d’Italia nell’800 di cui potete leggerne un mio profilo qui. Tale pontefice, inizialmente liberale e vicino a quelle forze rivoluzionarie che all’epoca volevano rovesciare, in Europa, le antiche monarchie, era in certi ambiti fortemente progressista. Fu lui, infatti, il primo a voler raggiungere comodamente alcuni dei luoghi controllati dallo Stato della Chiesa, utilizzando quella nuova tecnologia chiamata treno e ferrovie per mandare anche un messaggio agli altri re europei. Per avere un’idea di quanti interventi, in questo ambito, furono commissionati da Pio IX basti citare la costruzione della prima Stazione Termini, della Stazione Ostiense, o di quella di Porta Maggiore (oggi trasformato in snodo cruciale per la circolazione dei tram). O, ad esempio, sarà sempre sotto questo pontefice che verranno inaugurati numerosi ponti, anche in ferro (il non plus ultra per l’epoca), utilizzati per la circolazione dei treni: parlo, ad esempio, del Ponte dei Fiorentini, Ponte dell’Industria, Ponte della Magliana o il cosiddetto Ponte di Ferro.
Del resto questo Papa aveva già dato prova di tenere in considerazione il trasporto su rotaia, poiché fu lui a collegare, per la prima volta nella storia, Roma con zone come Frascati o Civitavecchia, costruendo una linea ferroviaria usata in città per anni. Insomma, una semplice volontà politica ha partorito questo mezzo di trasporto, composto da più vagoni decorati anche con pitture ed elementi in pelle, in cui spicca il vagone-cappella, per le celebrazioni liturgiche. Il primo vagone, invece, serviva da balconata per le benedizioni, mentre la seconda vettura, decorata con stoffe e velluti, era la vera e propria Sala del Trono, con ricami anche in ferro e con l’utilizzo di ringhiere in ferro battuto per muoversi da un vagone all’altro. Un treno che era un vanto, una modernità assoluta per l’epoca, un vezzo per il pontefice e la manifestazione fisica del suo regno illuminato e all’avanguardia. Un pezzo di storia che rivive in un museo davvero eccezionale in cui, effettivamente, il moderno viene rielaborato e riprodotto in una cornice unica. La Centrale Montemartini di Roma si conferma sempre come un angolo in cui si può, a tutti gli effetti, entrare in contatto con il passato, recente e meno recente, della Città Eterna.