Ecco per voi, quest'oggi, una foto emblematica della Centrale Montemartini, uno dei complessi museali più strani di Roma, e del mondo. Questo è un luogo talmente speciale che, se visitate la Città Eterna, non potete non ammirare. Un luogo che rende la città stessa diversa dalle altre, un museo che una guida turistica locale ha il sacrosanto dovere di condividere in quanto, a tutti gli effetti, è capace di dimostrare come Roma sia la città delle mille occasioni ed opportunità.
Infatti, entrando alla Centrale Montemartini, noterete subito qualcosa di particolare: numerosi macchinari, moderni e non certo antichi, inframezzati da opere d’arte classica, soprattutto statue, mosaici e frontoni. Tutti questi pezzi unici, risalenti ad epoche anche antecedenti l’Impero Romano (come alcuni fregi del tempio di Apollo Sosiano, che possono essere datati attorno al V secolo a.C.) sono immersi in uno spazio straniante come lo può essere quello della prima centrale termoelettrica di Roma. Il nome deriva dall’Assessore Tecnologico Montemartini, che inaugurò il complesso, realizzato vicino al fiume per convogliare l’acqua necessaria alla produzione in energia elettrica, nel 1912. Questa centrale doveva sostituire il non così obsoleto Gazometro, altro punto di riferimento, industriale e moderno, della città, posto a poca distanza dal Museo della Centrale Montemartini! Invece che sfruttare il gas, i potenti motori Diesel della ditta Tosi potevano fornire maggiore elettricità con un minor consumo di energia e, inoltre, con una maggior sicurezza per operai e città. Di conseguenza i macchinari che qui vedete contribuirono, a tutti gli effetti, a rendere Roma un luogo sicuramente più vivibile ed all'avanguardia, per gli standard dell'epoca.
Sin dal 1997, la Centrale Montemartini è stata totalmente ripulita ed adibita a mostra permanente di parte del fantastico tesoro archeologico proveniente dai Musei Capitolini. Una sorta di succursale della storia di Roma, che vede opere come il Togato Barberini o numerosi mosaici anche di epoca sannitica (IV e III secolo a.C.). Ma ancora, in questo continuo contesto che va dall’antico e moderno, abbiamo numerosi sarcofagi ed altre opere d’arte marmorei di epoca romana, ma anche alcuni vagoni del treno utilizzato da papa Pio IX nella metà dell’800 (provate a cliccare qui). Ancora una volta, dunque, un dialogo continuo tra il nostro passato e l’epoca moderna e industriale. Insomma, probabilmente il miglior esempio di riconversione museale, partendo dall’industria, che si sia mai visto!