Una gigantesca pigna bronzea a Roma? Tutto è possibile ai Musei Vaticani, in quella collezione sterminata che è possibile visitare e che, tra i tanti manufatti, presenta anche curiosità del genere. Colgo sempre l'occasione, durante un tour qui ai Musei Vaticani di Roma, per fermarmi un attimo qui, con i miei turisti, a parlare un poco di questo curioso manufatto di epoca romana. Da guida turistica locale non posso esimermi dal descrivere qualcosa che, a suo modo, è divenuto anche protagonista della storia della letteratura!
Questa pigna infatti, realizzata nel I secolo a.C., era una fontana decorativa che, molto probabilmente, abbelliva gli ambienti interni delle Terme di Agrippa, il genero di Augusto. Lui, grande consigliere, amico e generale del primo imperatore di Roma, costruì vicino al Pantheon delle terme da dedicare direttamente al popolo ed al Dio Nettuno (infatti vicino fece realizzare anche una basilica dedicata al Signore dei Mari, come potete leggere qui). Addirittura Agrippa promosse la costruzione di un intero acquedotto per alimentare le sue terme, considerate come le prime, vere, terme pubbliche realizzate a Roma. Dopotutto Agrippa volle, attraverso i suoi interventi edilizi ed urbanistici, rendere Augusto un mecenate ed un uomo capace di poter migliorare la vita di tutti i cittadini Romani. Un altro modo per sottolineare l’importanza di Augusto per l’economia e la società romana, lacerate in precedenza da anni di guerre civili e fratricide. E le terme facevano parte, in pieno, di questo programma politico. E questa pigna bronzea, con la sua mole e definite forme, rende giustizia alla magnificenza delle Terme di Agrippa, che dovevano essere sicuramente estese e grandiose.
Ma allora come mai la pigna, ora, la troviamo ai Musei Vaticani qui a Roma? Semplicemente perché era uso comune, soprattutto nel corso del Medioevo, spostare elementi decorativi da monumenti romani ad edifici cristiani o privati. Per tale ragione tale pigna fu spostata al centro del grande cortile antecedente l’antica Basilica di San Pietro. La Roma antica divenne, nel corso dei secoli, una sorta di grande cava di materiale a cielo aperto. Era più facile ed economico reperite materiale (come bronzo, travertino o marmo), direttamente dagli antichi edifici romani, spesso in rovina, piuttosto che recuperarli dalle cave. Inoltre possedere un ornamento, grande magari come questa pigna, per il suo possessore significava potere, economico e non solo. In particolare la pigna in bronzo divenne una sorta di punto di riferimento per tutta Roma.
Migliaia di pellegrini, infatti, che si recavano a San Pietro in pellegrinaggio, la vedevano ogni giorno, e tra loro ce ne fu uno in particolare: Dante. Lui partecipò al primo Giubileo della storia, nell’anno 1300 e vide quella pigna. Fu talmente colpito che la inserì nella celeberrima Divina Commedia. Nel canto XXXI infatti, poco prima di incontrare Lucifero, Dante immagina di vedere dei giganti. E descrivendo il volto di uno di essi scrisse: "La sua faccia mi parea lunga e grossa come la pina di san pietro a Roma". Quelle parole, oggi, le troviamo scolpite nel basamento su cui poggia la pigna. Dalla Roma antica a quella di Dante, da un manufatto di un edificio pagano, nell'ottica cristiana, ad uno dei protagonisti della collezione dei Musei Vaticani. Tutto è possibile!