Leggendo il mio blog avrete ormai compreso come Roma sia anche la città delle fontane, da quelle monumentali come la Fontana di Trevi (con curiosità annesse, tipo questa), alla particolare Fontana dei Libri. Ce ne sono alcune, poi, che purtroppo sono cadute un poco nel dimenticatoio, nonostante per secoli siano stati un punto di riferimento per la comunità locale. Quest'oggi, la vostra guida turistica a Roma vi parlerà della Fontana dell'Acqua Acetosa, e della sua travagliata storia.

Siamo nella zona di Tor di Quinto, non lontanissimo dalla Flaminia, dove sorge questa storica, ma in parte sfortunata, fontana. Il nome della Fontana dell'Acqua Acetosa deriva, simpaticamente, dalla figura dell'acquacetosaro, cioè colui che per mezzo di un carretto trasportava vasi e contenitori pieni di questa acqua, pronto a rivenderla. Ricorda, molto da vicino, il protagonista scolpito nella zona di Via del Corso, protagonista della cosiddetta Fontana del Facchino. Perché tanto affanno? Perché prodigarsi per trasportare l'acqua da una parte all'altra della città? Perché sin dal XVI secolo si pensa che l'acqua che sgorgava da quest fontana, proveniente da una fonte dunque ben specifica, avesse delle proprietà quasi taumaturgiche, tanto sarebbe capace di lenire i dolori renali e non solo. Addirittura il pontefice Paolo V Borghese fece realizzare una fontana monumentale, nel 1613, commissionando l'opera al suo architetto preferito, Giovanni Vasanzio. Non contento, il papa in questione fece aggiungere anche un'iscrizione marmorea con su scritto "Renibus et stomacho spleni iecorique medetur/mille malis prodet ista salubris aqua", la cui traduzione è "Quest'acqua salubre cura i reni, lo stomaco, il fegato, la milza e giova mille altri mali". Niente male davvero! Successivamente Andrea Sacchi, ma forse addirittura il Bernini, si preoccuparono di ammodernare la fontana, ingrandendola ed inserendo motivi decorativi nuovi, per ordine di altri pontefici successivi al papa Borghese. È un peccato, dunque, che tale fontana dalle proprietà terapeutiche fu chiusa nel 1959, addirittura a causa dell'inquinamento delle falde acquifere sotterranee. Per anni fu abbandonata a se stessa, e solo di recente un intervento di restauro l'ha parzialmente riportata al suo antico splendore.

Dunque si comprende come, in una città storica e secolare come Roma, anche una semplice sorgente può essere monumentalizzata, in tutti i sensi. Dopotutto  gli antichi Romani stessi usavano personificare fonti d'acqua, importantissime per il sostentamento della comunità, soprattutto alle origini. Non ci dobbiamo sorprendere se addirittura un papa famoso, come Paolo V, si prodigò così tanto per rendere giustizia, in qualche modo, a una fonte non solo d'acqua, ma anche di benessere. Una tradizione che andò avanti per tantissimo tempo, nonostante poi la memoria dell'Acqua Acetosa andò un poco a perdersi. Peccato…